Istituiti in zone di montagna per la coltivazione delle specie della flora alpina, questi giardini sono veri e propri orti botanici. Alcuni sono dedicati prevalentemente alla flora autoctona dei settori montuosi nei quali sono stati istituiti, altri hanno introdotto specie provenienti anche da altre catene montuose.
Una delle loro principali funzioni è quella della protezione di specie rare e in via di scomparsa, alla quale si aggiunge un’azione didattica ed educativa.
In Italia i giardini alpini sorgono a partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento dapprima sulle Alpi, poi anche sull’Etna e sull’Appennino. Chanousia, al colle del Piccolo San Bernardo, è fondata nel 1897 grazie alla passione e alle competenze dell’abate Pierre Chanoux, straordinaria figura di scienziato e di alpinista che dedicò un’intera vita allo studio e alla coltivazione della flora di quelle zone. Altri giardini saranno influenzati o collegati in vario modo alla Chanousia, seguendone la tradizione: dalle Viote di Monte Bondone (1938) a Paradisia (1955).
Pochi di essi possono vantare una continuità a partire dalla loro fondazione, molti sono stati abbandonati o distrutti nel corso del tempo per vicende varie, non ultime quelle belliche. Di recente si è prestata una maggiore attenzione a questo patrimonio con il potenziamento di quelli esistenti, il restauro di quelli abbandonati e la proliferazione di nuovi giardini dove, fra aiuole rocciose, laghetti e ruscelli, trovano ospitalità preziose rarità botaniche.