Architetture vegetali, forme topiarie, grotte, fontane e statue si uniscono all’interesse botanico e alla bellezza del paesaggio, armonizzando con originalità i caratteri peculiari delle ville lucchesi.
L’edificio padronale, costruito per la famiglia Buonvisi alla fine del Cinquecento, ha un volume compatto che si apre sul retro, verso la collina, con una magnifica loggia a cinque fornici, attribuita a Matteo Civitali, che si affaccia su un ampio spazio semicircolare definito “cortile ridotto in forma di teatro”. Questa esedra, elemento ricorrente nei giardini lucchesi, ha una bassa vasca a terra, è tenuta a prato ed è bordata da vasi di agrumi; le fa da fondale un’alta e compatta quinta di lecci con al centro una spettacolare grotta rustica con concrezioni calcaree che ospita un putto su un delfino. L’elemento teatrale, probabilmente risalente agli anni Settanta del Seicento, aggiunge fascino al giardino che, per essere situato in pendenza, si articola su tre livelli, sviluppandosi lungo un asse laterale rispetto all’ingresso.
Al livello superiore è un boschetto di lecci e una vasca con attorno aiuole fiorite; il livello centrale è percorso da un viale di lecci e cipressi, è adorno dalla Vasca degli Amorini, dalla Fontana delle Cascatelle e dal kaffeehaus; il livello inferiore ha una particolare galleria verde formata da chiome di carpini. A destra del viale d’ingresso si trova la parte formale del parco, in origine suddivisa in aiuole regolari non più leggibili a causa delle trasformazioni ottocentesche. Questa parte ospitava il boschetto, la ragnaia e il giardino vero e proprio. L’impianto del giardino è rimasto inalterato e le modifiche ottocentesche si sono sovrapposte alla struttura originaria, lasciandola però leggibile. La villa è arricchita da una serie di alberi d’alto fusto, molti dei quali esotici, secondo il gusto ottocentesco.