Nelle campagne del tarantino, a Crispiano, è stato di recente impiantato su una superficie di oltre 100 ettari un vigneto-giardino con vitigni autoctoni sulla base di un progetto del paesaggista Fernando Caruncho, volto a valorizzare il territorio per proiettarlo verso uno sviluppo sostenibile.
La particolarità del vigneto è dovuta alla disposizione delle spalliere sulla base di un disegno a filari ondulati paralleli che si snodano per circa tre chilometri, ritmando le curve di livello del terreno in “onde del tempo che attraversano fin dall’antichità questo luogo”, come le definisce l’autore.
Arrivando a l’Amastuola, si percorre un lungo viale fiancheggiato su entrambi i lati da ulivi secolari, assai vicini gli uni agli altri, in modo che il visitatore li vede sfilare a fianco a formare una sorta di “muro vegetale” che, via via, si compone e si scompone. Salendo verso la masseria, progressivamente si schiude la prospettiva completa sulle vigne “a onda”, che paiono muoversi man mano che si avanza, formando giochi di chiaro-scuro con gli ulivi e assumendo a tratti l’aspetto d’un velluto pettinato, specie quando sono toccate dal vento e dal sole radente del tramonto.
L’intero paesaggio è stato dunque disegnato come fosse un giardino. Disegnare il paesaggio per Caruncho equivale a ricercarne l’ordine profondo. Se spazio e tempo sono due parametri importanti del suo lavoro, la geometria è il mezzo per esprimerli, attraverso il quale rapportare tra loro l’architettura, il paesaggio e il cielo.
Il vigneto è stato dotato di un impianto di irrigazione adoperato solo in annate di particolare siccità, mentre una stazione agrometereologica, tramite un “software” gestionale, permette di visualizzare i periodi di rischio infettivo da parte di eventuali fitofagi.