Immerso nel verde della vegetazione mediterranea punteggiata di rocce granitiche, circondato dalle acque cristalline dell’arcipelago della Maddalena, il Compendio è uno dei luoghi più suggestivi della Sardegna. Qui il Generale, animato da un profondo sentimento della natura, avviò la sua azienda agricola e costruì la dimora in cui visse sino alla morte.
L’Eroe dei Due Mondi acquistò una parte dei terreni sul finire del 1855. Vi si stabilì e cominciò a costruire i primi fabbricati l’anno successivo, segnando l’inizio di un profondo mutamento della zona, apprezzabile ancora oggi nel contrasto tra la macchia mediterranea ricca di corbezzolo, mirto, ginepri e le zone bonificate e coltivate. La dedizione di Garibaldi all’agricoltura era ben nota nella seconda metà dell’Ottocento, tanto che piante e sementi giungevano in dono a Caprera da ammiratori e patrioti di varie parti d’Italia. Nel corso degli anni, grazie a un’opera costante di sistemazione sorsero il giardino, l’oliveto, l’agrumeto e un innovativo sistema di pozzi per l’approvvigionamento idrico e il drenaggio dei terreni. La presenza di alberi monumentali, legati direttamente alla vita privata e alle attività agricole di Garibaldi, coinvolge emotivamente per la fascinosa commistione tra storia e natura: il pino domestico messo a dimora nel cortile della casa in occasione della nascita della figlia Clelia nel 1867 (foto); il cipresso del Messico che s’incontra all’uscita dalla camera in cui egli morì il 2 giugno 1882; il pino detto ‘delle ceneri’ perché la tradizione erroneamente riportava che sotto di esso intendeva essere cremato, e che nel corso degli ultimi cento anni si è suggestivamente reclinato sulle rocce mantenendosi vitale.