“La Virtù ‘Verità’ ha suscitato quest’attrattiva di ‘Verità’. Godi, ospite, godi e vai via felice!”: così recita la “lex hospitalis” che, giocando sul nome dei primi proprietari, accoglie il visitatore in questa villa coronata da uno splendido giardino “all’italiana” con evidenti richiami ai modelli del Rinascimento romano.
Il complesso, detto anche “il Boschetto”, residenza prediletta dal poeta e filosofo Gerolamo Verità, domina un territorio caratterizzato da vigneti. Nel 1604 fu ampliato per iniziativa dell’omonimo nipote, secondo un progetto attribuito a Domenico Curtoni, finalizzato a ricucire in un sistema unitario architetture e giardino. La sistemazione si sviluppò secondo criteri formali, distribuiti su tre terrazzamenti, con scenografiche scalinate, fontane e un teatro, ora solo in parte esistente. L’aspetto attuale deriva dagli interventi promossi nella seconda metà del Settecento dai conti Montanari, forse su progetto di Alessandro Pompei. Passata agli inizi del Novecento alla famiglia Grassi, la villa è oggi di proprietà della famiglia Fraccaroli. Il giardino è articolato in un elegante parterre pensile, suddiviso geometricamente da siepi e sempreverdi sagomati in varia forma, con una grande peschiera mistilinea al centro coronata dal gruppo di Ercole e Anteo, eseguito verso il 1595 da Girolamo Campagna. Da qui, tramite rampe di scale convergenti, si raggiunge il “Boschetto” dove, in una radura, si erge un teatro di cui restano solo alcune pietre della cavea. Una scala, i cui parapetti sono percorsi da motivi decorativi entro cui scorre l’acqua sul modello delle “catene d’acqua” delle ville rinascimentali di ambito romano (come Villa Lante a Bagnaia o Villa Farnese a Caprarola), collega il parterre a un ampio settore occupato da un laghetto dalle rive boscose, su cui si affaccia una grotta-ninfeo a tre aperture al cui interno si trovano tre fontane. Altri interessanti ambienti ipogei sono la ghiacciaia e la “roccera”.