Nel primo numero della rivista FMR, Italo Calvino così descriveva quell’Altro Universo che è il Codex Seraphinianus: “Direi che le immagini che più scatenano il raptus visionario di Serafini sono tre: lo scheletro, l’uovo, l’arcobaleno.”
L’esposizione si articola intorno a questa tripartizione fondamentale, che riflette sia le iconografie predilette sia le fasi creative dell’artista: l’epoca pre-Codex, l’epoca-Codex, e il post-Codex.
Per restituire il senso di questo ritorno alle origini, un’importante sezione della mostra al Labirinto si concentrerà dunque sulla “preistoria” serafiniana, quel che ha preceduto la stesura del Codex.
Sarà presente la prima opera compiuta dall’artista, che raffigura la casa di famiglia a Pedaso nelle Marche: il rapporto con questo luogo, di cui Luigi Serafini ama definirsi aborigeno, ha segnato profondamente il suo immaginario poetico, come la mostra non mancherà di documentare attraverso opere e testimonianze del tutto inedite, ignote anche ai grandi appassionati dell’artista.
A questa fase ab-origena risalgono anche gli anni degli studi di architettura e di un capitale viaggio in America, che pure saranno documentati nel percorso espositivo.
Dopo la narrazione delle origini-prima-delle-origini, ampio spazio sarà dedicato al Codex Seraphinianus attraverso un’immersione nelle tavole che lo costituiscono, accostate a sculture che portano nel mondo tridimensionale le visioni di quelle pagine.
Chiudono il progetto di mostra alcuni esempi di quel che è stato dopo il Codex: sculture, dipinti, fotografie, ma anche l’esperienza di entrare nella casa romana dell’artista, la Domus Seraphiniana, che proprio in questi mesi è al centro dell’attenzione pubblica perché rischia drammaticamente di scomparire.
Naturalmente, come è naturale in un luogo come il Labirinto questa tripartizione non sarà presentata in maniera meccanicamente cronologica: una rete di allusioni ironiche e autoironiche, di folgorazioni e amnesie, di strizzate d’occhio, di salti, scavi e abbagli condurranno il visitatore a sperdersi nell’eccentrico universo di Luigi Serafini.