MUSEO DEL VOLO:
Inaugurato il 20 settembre 1980, il Museo del Volo si sviluppa nelle due ali del Castello di San Pelagio, padronale e rustica. Attraverso sezioni tematiche, il museo ripercorre le principali tappe dell’evoluzione dei mezzi che hanno portato l’uomo alla scoperta del cielo e dello spazio.
Negli antichi granai, nelle cantine e nelle stanze residenziali della Famiglia Zaborra sono oggi esposte storie di voli mitici, di scienziati visionari, di mongolfiere e dirigibili, di aeroplani, idrovolanti e mezzi spaziali.
STANZE DANNUNZIANE:
Nell’estate del 1917, il Castello di San Pelagio diventa un punto strategico nel contesto della Grande Guerra. La famiglia Zaborra sottoscrive un contratto d’affitto con l’esercito italiano per la realizzazione di un campo di volo e l’occupazione di una parte della villa. Gli appartamenti al primo piano, in particolare, diventano dimora del Maggiore Gabriele d’Annunzio. Le Stanze, riallestite secondo fonti d’archivio, sono oggi aperte ai visitatori e parte integrante del Museo del Volo. Vi sono conservat.3i ricordi di vita e di volo del poeta-soldato, oltre a gli arredi della famiglia Zaborra.
PARCO STORICO:
Il Castello di San Pelagio riposa nell’abbraccio di un meraviglioso parco di oltre tre ettari, inserito nel circuito dei Grandi Giardini Italiani. Durante la vostra visita, potrete respirare il profumo di mille rosai nel Giardino di Rappresentanza, fra le due ali della villa; visitare il Giardino Segreto e i suoi tesori; esplorare il Brolo, la Ghiacciaia, i Labirinti, e passeggiare lungo il viale di carpini secolari e intorno al romantico laghetto, ammirando gli esemplari originali di mezzi volanti.
PASSEGGIATA TEATRALE
Domenica 10 e 17 marzo ore 12.00, 16.00, 17.00
Passeggiata teatrale nelle Stanze dannunziane in ricordo di Gabriele d’Annunzio nel mese in cui ricorrono gli anniversari di nascita e di morte; 7 “folli” aviatori per l’impresa aerea più avvincente del ‘900: il Volo su Vienna. Degustazione di Sangue Morlacco
Narrazione storica di: Jessica Pellegrin
Interpretazione teatrale di: Eros Emmanuil Papadakis
“Mio carissimo Palli, voglio ringraziarti della generosa prontezza con cui ha accettato di condurmi nel cielo di Vienna. Io sono fiero e lieto di legare, da un’alba a un meriggio, la mia sorte alla sorte di un così prode combattente
Carissimo Gino Allegri, stanotte, un’ora prima dell’alba, attraverseremo il campo già fragoroso di eliche … Tu mi guiderai… tu, il più limpido tra i mistici, tu … il più ingenuo tra gli asceti armati
Tenente Locatelli, giovine leone di guardia “iterum rudit leo”
Caro Censi … discepolo della mia arte di combattere. Nullum par elogium
Tenente Granzarolo, sempre fedele…
Mio caro Massoni, faremo un’impresa di cui il mondo vedrà di quale tempra sono forgiati gli aviatori d’Italia”
Cosa c’è da vedere?
Curiosità:
Sangue Morlacco
Ratafià fu per eccellenza il liquore ottenuto dal succo di frutta rossa, spirito e zucchero. Quando nel 1821 il genovese Girolamo Luxardo inventò il Maraschino, tra le sue specialità che in breve tempo conquistarono tutto il mondo di allora, brillò anche il Ratafià di marasche, un cherry-brandy che sui mercati del Levante assunse il nome di “Visnà”, il nome turco della ciliegia acida. Nel 1919, quando Gabriele d’Annunzio si trasformò nel “Comandante di Fiume”, Pietro, della quarta generazione dei Luxardo, fu con i Legionari fiumani e alla mensa del Comandante non mancò mai il “Ratafià” di marasca. L’antico ratafià divenne così:
Il liquore cupo che alla mensa di Fiume chiamavo Sangue Morlacco – Gabriele d’Annunzio.