Dal XVII secolo la famiglia Lorella arricchisce il proprio giardino affacciato sul Cusio di nuove proposte: ne risulta un
insieme denso di storia ma al passo coi tempi e pronto ad affrontare le sfide del cambiamento climatico. Aperto al pubblico da pochi anni, è l’occasione per scoprire un territorio lacustre meno noto, punteggiato da borghi, giardini e santuari.

Sospeso sulle acque del lago d’Orta- l’isola di San Giulio incorniciata tra le chiome e un ripido bosco di castagni e agrifogli a delimitarlo verso valle- è un giardino antico ma in continua evoluzione e capace di atmosfere vivaci e contemporanee. Costruito nel XVII secolo intorno alla villa e al piccolo oratorio di Sant’Anna e coltivato da allora sempre dalla stessa famiglia, si è espanso nel tempo e trasformato in chiave paesaggistica. Leggeri declivi hanno preso il posto delle vecchie terrazze; gruppi di faggi, carpini, magnolie, cedri del Libano e altre conifere sono stati alternati a radure e viste aperte, in una sapiente successione di spazi fitti e ombrosi e di prati soleggiati. Tutto il miglior repertorio dei giardini di lago ha trovato l’ambientazione perfetta, complice il terriccio acido locale: ortensie, camelie, azalee e rododendri sono ricorrenze fiorite che, nelle rispettive stagioni, spiccano sulla trama non meno accattivante dei verdi. D’autunno, invece, una ricercata selezione di aceri giapponesi fa da capofila alle metamorfosi del fogliame. I larghi ciuffi di erba della Pampas (Cortaderia selloana) che punteggiano il prato di fronte alla villa sono una presenza storica attestata in documenti ottocenteschi e confermano l’intensa ricerca botanica che ha sempre contraddistinto il luogo. Negli anni Novanta del secolo scorso violenti temporali hanno stravolto il giardino e aperto nuovi scenari. E’ stata l’occasione per intensificare, nei vuoti lasciati dagli alberi caduti, le collezioni esistenti: varietà di Camellia sasanqua e di C. x williamsii hanno esteso il periodo di fioritura delle tradizionali camelie del Giappone e nuovi ibridi di rododendri crescono ormai a fianco di maestosi esemplari dai fiori color magenta. Grazie alla consulenza di Gianfranco Giustina, allora curatore dei giardini delle Isole Borromee, sono state introdotte specie inconsuete e adatte al microclima del posto, come la Kalmia latifolia che fiancheggia in un vistoso filare il viale d’ingresso.

 

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