Nei pressi di Caserta, un raro giardino di fine Ottocento reinterpretato con sapienza dal paesaggista inglese Peter Curzon, che ha restituito nuova vita al luogo fondendo motivi del giardino formale e di quello paesaggistico, con un rigoglioso tocco esotico.

Uno scenografico portale in piperno, incorniciato da cascate di glicine e gelsomino, dà accesso al giardino, che si sviluppa su un pendio naturale terrazzato direttamente accessibile dal cortile del palazzo. L’area ebbe una prima sistemazione sul finire dell’Ottocento quando la marchesa Luisa Cocozza, nel quadro di importanti interventi di restauro del complesso risalente al periodo aragonese, decise di trasformare gli spazi adiacenti al palazzo in un lussureggiante giardino, sfruttando con soluzioni scenografiche l’orografia del luogo. Ne è scaturito un giardino organizzato su più livelli, in parte secondo uno schema formale, caratterizzato da un notevole patrimonio botanico. Nei primi anni Duemila, dopo un periodo di abbandono, i nuovi proprietari hanno affidato al paesaggista inglese Peter Curzon il compito rinnovare il giardino, nel rispetto della storia e dello spirito del luogo. Dopo un accurato studio documentario e fito-botanico si è proceduto all’eliminazione delle specie aliene, al recupero degli antichi elementi d’arredo e al ripristino dei vialetti e del sistema d’irrigazione. Quest’ultimo, oggi integrato da soluzioni moderne, è costituito da una rete di canali e di vasche a cielo aperto, alimentata in origine da una derivazione dell’Acquedotto Carolino. Il sapiente e misurato intervento di Curzon ha restituito leggibilità alla sequenza degli spazi e accresciuto la ricchezza botanica: quinte topiate di Laurus nobilis e Quercus ilex, viali di aranci e melograni costituiscono l’ordito del giardino, animato dal colore e dai profumi della collezione di lavande (angustifolia, vera, dentata) e dalle moltissime specie di rose, di Myrtus e Wisteria (glicini).

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