Il Parco Paternò del Toscano, nato negli anni ‘50, incarna la giocosità e l’esuberanza del suo ideatore con una collezione di piante esotiche integrate armoniosamente con la vegetazione autoctona e il paesaggio etneo.
Il parco è il primo giardino realizzato dal paesaggista e vivaista catanese Ettore Paternò del Toscano. Questo “giardiniere”, come amava autodefinirsi, marinava la scuola da ragazzo per inseguire e osservare i giardinieri di Villa Bellini e dell’Orto botanico di Catania. Nel dopoguerra acquistò alcuni vigneti abbandonati a Sant’Agata Li Battiati, a nord di Catania, inizialmente per coltivare agrumi. Spinto da una passione per le palme ed altre piante esotiche, a quei tempi difficili da reperire in Sicilia, decise di avviare un vivaio specializzato in rarità ornamentali. Costruì la sua casa e, soprattutto, un giardino roccioso di circa tre ettari con una rigogliosa vegetazione, ricco di terrazzamenti in pietra nera, frutto di antiche colate laviche, e con il monte Etna ed il suo paesaggio di vigneti e agrumeti sullo sfondo. In questo giardino Paternò del Toscano sperimentò per primo l’acclimatazione di alcune piante esotiche sviluppando uno stile moderno di giardino siciliano del tutto personale che, in seguito, propose in circa 60 progetti di luoghi pubblici e privati sparsi nell’Italia meridionale, per i quali ottenne diversi riconoscimenti, incluso il Premio “Pietro Porcinai” nel 2010. Il parco è stato apprezzato da professionisti, studiosi e appassionati di giardini di tutto il mondo, fra i quali il grande paesaggista brasiliano Roberto Burle Marx. Dal 1993 il giardino è stato sottoposto a tutela dalla locale Sovrintendenza. Attualmente il Parco Paternò del Toscano continua ad essere custodito, gestito e reso fruibile al pubblico grazie ai discendenti di Ettore.