È tra gli esempi meglio conservati di villa veneta, grazie alle attente cure dell’antica famiglia veneziana dei Marcello. Inserita nella campagna, offre anche la possibilità di percorrere un tratto della pista ciclopedonale Treviso-Ostiglia, immersa nel verde della natura.
I patrizi Marcello iniziano a bonificare le terre tra i fiumi Dese e Zero nel XV secolo. La villa, di fondazione cinquecentesca, sorge come sede di una grande azienda agricola. Rifatto nel Settecento in forme palladiane, il corpo padronale si allunga ai lati in due basse terrazze a bugnato, sormontate da statue e congiunte alle due barchesse porticate, un tempo destinate al ricovero degli attrezzi. Si tratta di uno scenografico insieme architettonico che fa da fondale e racchiude il giardino formale antistante il complesso. Questo giardino, sistemato a parterres erbosi definiti da siepi di bosso potato, con una piccola vasca d’acqua zampillante al centro e numerose statue settecentesche di soggetto mitologico in pietra serena, è suddiviso da un viale bordato da vasi in cotto con piante di limoni che si conclude con un bel cancello in ferro battuto, coronato dal corno dogale. Oltrepassata la strada comunale, il viale prosegue con lo “stradone” che costituiva l’elemento organizzatore della campagna. A ovest dell’ingresso vi è l’oratorio del XVIII secolo che consentiva ai proprietari di assistere alle funzioni religiose quando erano in villa. Tutt’intorno all’edificio e al giardino formale si estende il parco paesaggistico ottocentesco, dotato di un ricco patrimonio botanico, con vari esemplari meritevoli di nota per la loro longevità, tra cui un carpino e un liriodendro. La passeggiata, tra lunghi viali di carpini, tigli e farnie, consente di ammirare alcune architetture funzionali ben conservate, come la torre colombaia e la lunga peschiera che garantiva il pesce fresco.