Tra chiome secolari e rogge mormoranti che s’insinuano nelle ombre, il grande vuoto a prato che esalta le vedute e le serre neogotiche rivestite di Ficus pumila, ecco che l’antico parco torna a nuova vita come centro per l’arte e la cultura dell’ambiente.
Verso la fine del Settecento, il marchese Maurizio Massel di Caresana avviò la trasformazione di un antico rustico di proprietà in dimora nobiliare. A sua moglie, Maria Elisabetta della Marmora, detta Babet, si deve la veste neogotica degli edifici e il disegno paesaggistico del giardino, definito tra il 1823 e il 1830, a cui contribuisce inizialmente l’architetto tedesco Xavier Kurten, da pochi anni direttore del parco e dei giardini di Racconigi. Nel 1866, quale dono di nozze per la sposa Teresa Massel, nipote di Maria Elisabetta, il conte Luigi Cacherano di Bricherasio offrì ulteriori lavori di adeguamento del complesso che incrementarono le decorazioni neogotiche, tra cui gli stemmi nobiliari in facciata, a testimonianza dell’unione delle due casate.
Il parco di sei ettari si sviluppa intorno a una grande radura prativa antistante il castello, mascherando il perimetro cintato con quinte di vegetazione, boschetti e alberi isolati. Una sistematica rete di canali irrigui alimentava un tempo un laghetto oggi scomparso. Vi si trovano oltre millesettecento alberi di diversa dimensione e pregio, appartenenti a oltre settanta specie: tra camelie e ortensie si innalzano imponenti esemplari arborei di provenienza esotica quali Taxodium distichum, Sequoia sempervirens e Gingko biloba. La vicinanza al torrente Chisone e la posizione climaticamente felice rendono il luogo habitat ideale per molte specie animali.
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