In un Orto botanico antico ed esteso, in una piana assolata, è possibile imbattersi nelle piante tipiche delle più importanti catene montuose del mondo, in un percorso che unisce bellezza e conoscenza.
Il giardino botanico occupa ben dieci ettari di terreno ai confini con la zona boschiva, ad una altitudine di 1.500 metri. Istituito nel 1938 – per iniziativa di Lino Bonomi, direttore del Museo di Storia Naturale della Venezia Tridentina, e del botanico Giuseppe Dalla Fior – è uno dei più antichi in un paesaggio particolare: una piana con praterie fiorite esposta a mezzogiorno. Comprende circa 2.000 specie di piante di alta quota, molte delle quali a rischio di estinzione. Vi sono compresi laghetti, stagni, zone umide, bordure fiorite, un giardino medicinale, piante tintorie e velenose, un orto di montagna, campi dedicati ai cereali e alle antiche varietà coltivate sull’arco alpino, un arbusteto e un arboreto dedicati agli habitat prioritari delle Alpi e ai boschi del mondo oltre ad un percorso di licheni. Vittorio Marchesoni, il botanico che più di altri si dedicò al giardino e contribuì a plasmarne l’assetto attuale, nel 1959 scriveva che il giardino doveva contribuire a “ospitare e quindi proteggere la flora regionale così ricca di rarità e specie endemiche” e a “formare una coscienza naturalistica, presupposto indispensabile per la valorizzazione e la conservazione del nostro patrimonio naturalistico”. Il giardino è gestito dal MUSE, il Museo di Scienze Naturali di Trento che, sulla base di questi princìpi, coltiva solo piante provenienti da seme, contribuendo alla conservazione della biodiversità e partecipando al programma internazionale di scambio non commerciale di semi.