Un piccolo fiume dove con grate di canne – da cui la denominazione “Cannara” – si catturavano le anguille, un’antica casa in pietra, uno spazio abbandonato, sono diventati la scenografia di un mirabile giardino, creato con amore e sapienza.
La casa in pietra grigia, risalente al VII secolo, era posta a cavallo del fiume Marta, emissario del Lago di Bolsena, per poter catturare le anguille per mezzo di grate prima di canne palustri e successivamente di ferro. Dopo svariati anni di abbandono, alla fine degli anni Settanta è stato installato un giardino fiorito, progettato e realizzato da Mirella Faggiani. Si accede da un piccolo cancello, che ricorda le grate per le anguille, e si è subito colpiti dalla ricchezza di alberi, arbusti e fiori che in ogni stagione attirano per l’armonia della composizione e dei colori. Elemento catalizzatore del giardino è il fiume, che passa sotto la casa ed è attraversato da un ponticello, dove l’acqua scorre ora pacata, ora gorgogliante. Accanto alla collezione di rose antiche, svettano alberi ricercati come Taxodium distichum, Quercus rubra, Liquidambar stryraciflua, Erythrina crista-galli, Lyriodendron tulipifera, ciliegi e meli da fiore. Un’area è riservata a un boschetto di betulle, viburni, camelie, magnolie, cornioli e agrifogli, tappezzato di ellebori, primule e dafne selvatiche, viole mammole. Ovunque sono le fioriture di bulbose, di erbacee annuali e perenni e non manca tutto il corredo floristico del bordo misto. Nella magia del suo giardino Mirella era prodiga di consigli, di talee, di semi, mentre il marito Massimo amava raccontare le tante vicende del lago e lo straordinario lungo percorso di riproduzione delle anguille. La Cannara è ora nelle mani del figlio Marco Valerio, che ha ereditato la loro passione, ha restaurato gli edifici e si prende cura del giardino.