Un manager colpito da un’improvvisa passione ha dato vita a un giardino di peonie che interpreta in modo mirabile la fusione con la campagna, facendo rivivere l’antica tradizione della bellezza associata alla produttività.
La storia del giardino ha inizio a New York nei primi anni Sessanta del secolo scorso con un colpo di fulmine. Gian Lupo Osti, all’epoca giovane e brillante manager della siderurgia italiana, apprese che il braccio destro di Mao, Zuho Enlai, aveva dedicato uno dei tre giorni di una missione diplomatica cinese negli Stati Uniti alla visita di un giardino di peonie. Osti, che fin dall’infanzia aveva sviluppato un amore incondizionato per la natura, conoscendo la raffinatezza e la cultura di Zuho Enlai, decise di seguirne le orme. Fu così che s’innamorò di quei fiori dalla breve e meravigliosa fioritura. Anni dopo acquistò nei pressi di Bolsena alcuni terreni, perfetti per le peonie, popolati solo da sughere secolari, querce e olivi. Il giardino che ne è nato rispecchia il carattere del suo fondatore, la sua curiosità e la sua tenacia, che lo portò alla ricerca di peonie spontanee in Cina, dove ne scoprì una che da allora porta il suo nome: la Peonia Ostii, forte, alta, robusta, austera, vigorosa. Nel parco si trova anche la Magnolia Gian Lupo che Peter Smithers, la spia inglese che ispirò Ian Fleming per il suo “007”, gli dedicò. Il giardino si è sviluppato negli anni come una personalissima collezione botanica. Migliaia di piante di peonie fioriscono tra aprile e maggio sul suolo vulcanico delle colline presso il Lago di Bolsena, circondate da olivi secolari da cui viene ricavato un olio biologico. Il rapporto tra giardino e campagna è strettissimo: le peonie bordeggiano le file degli olivi, si mescolano alle piante da frutto, segnano i confini dell’orto.