Inaugurato nel 1795, è un monumentale esempio di giardino scientifico ricco di edifici, statue, fontane e serre. Possiede un’importante collezione botanica di oltre 12.000 specie diverse disposte secondo criteri tematici, bioecologici e geografici.

La realizzazione nel 1781 di un hortus simplicium, destinato alla coltivazione delle piante medico-officinali, utili alla cattedra di “Botanica e Materia medica” nella “Regia Accademia degli Studi” di Palermo, si rivelò insufficiente e fu così necessario il reperimento di una nuova e più ampia sede accanto alla pubblica Villa Giulia. I lavori iniziarono nel febbraio 1789 e il complesso fu inaugurato nel 1795. Il nuovo Orto Botanico era ripartito in “quartini” rettangolari separati da viali ortogonali, dotato di fontane e bacini. Fu ulteriormente ingrandito tra il 1796 e il primo ventennio dell’Ottocento e nel 1913 fu ampliato con la creazione del “Giardino coloniale”. L’attuale assetto conserva nella parte più antica il disegno originario a parterre, mentre i settori sul versante meridionale sono caratterizzati da disegni ispirati al gusto informale. L’Orto, che ospita oltre 12.000 specie, può essere schematicamente ripartito in diversi settori, dei quali i più importanti, sono quelli organizzati secondo i sistemi di Linneo e di Engler. Parte del settore sperimentale e dell’antico boschetto esotico sono stati recentemente destinati ad accogliere importanti collezioni dove le piante sono disposte secondo criteri bioecologici e geografici: vi trovano posto il giardino a succulente, il “Palmetum”, il “Cycadetum” e la collinetta mediterranea che ospita specie significative della flora spontanea autoctona. Nel “Settore sperimentale e delle piante utili” figurano piante alimentari e officinali e una ricca collezione di agrumi. Tra le curiosità botaniche vanno menzionate l’albero bottiglia, l’albero del sapone, la falsa cannella, il sicomoro, la mimosa sensitiva, e la parmentiera.

 

 

Questo giardino è stato oggetto di un intervento di restauro e valorizzazione grazie ai fondi del PNRR

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