Un esteso parco-giardino nato dalla passione della famiglia Sigurtà, che ha saputo creare un luogo ricco di attrattive recuperando le testimonianze di una storia che risale agli inizi del Quattrocento: tra prati smeraldini e viali scenografici, giardini fioriti, vasche e labirinti è un attraente mix di nuovo ed antico, dove tutto è studiato per colpire l’attenzione.

Un verdissimo tappeto erboso e ampi spazi boscosi percorsi da viali e sentieri costituiscono l’ordito sul quale, anno dopo anno, si sono andati definendo gli elementi salienti del parco: i bossi dalle forme bizzarre, i giardini acquatici e quelli delle piante officinali, il labirinto. Un’avventura cominciata nel 1941, quando l’industriale farmaceutico Giuseppe Carlo Sigurtà intraprese una grandiosa opera di trasformazione dell’area appena acquistata, portandone l’estensione dai 22 ettari iniziali agli attuali 60. La progettazione del parco, per la quale Sigurtà si è avvalso in parte della collaborazione del paesaggista inglese Henry Cocker, ha cercato di preservare la memoria storica del luogo dove si erano succeduti, nel corso dei secoli, il quattrocentesco “brolo cinto de mura” e il giardino all’inglese creato a fine Settecento da Antonio Maffei. L’Eremo e il Castelletto, edifici neogotici che il marchese Maffei aveva inserito nel suo giardino, sono stati recuperati e integrati nel disegno del parco attuale. La ricca dotazione idrica risalente all’epoca Maffei, quando alla famiglia venne concessa la possibilità di utilizzare l’acqua del vicino Mincio per l’irrigazione dell’area, assicura ancora oggi il rigoglio della vegetazione e delle esuberanti fioriture.

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Amate da Goethe e da Agatha Christie, con le loro generose fioriture e la straordinaria varietà di forme e colori le dalie regalano al giardino un tocco glamour fino all’inizio dell’autunno. 

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