Il complesso interpreta in modo mirabile la civiltà della villa veneta settecentesca, con un’armonica fusione di architetture, affreschi e giardini di diverse tipologie accuratamente conservati.
Un primo edificio fu commissionato dall’avvocato vicentino Giovanni Maria Bertolo alla metà del 1600, lungo un crinale caratterizzato dalla quattrocentesca Chiesa e del Convento di San Bastiano, fiancheggiato sul fondo valle dal corso del fiume Bacchiglione. Bertolo volle che la Villa avesse un accesso privilegiato dal corso d’acqua sottostante e ancor oggi, nel muro di cinta del giardino, si scorge un portale chiuso, a testimonianza dell’antico ingresso che avveniva tramite un sistema verde terrazzato. Nel 1720 la proprietà passò alla famiglia Valmarana, che tuttora la possiede, e Giustino Valmarana incaricò l’architetto svizzero Francesco Muttoni, che pochi anni dopo realizzò la costruzione mirabile della passeggiata porticata per salire al Santuario di Monte Berico, del restauro del palazzo e della costruzione delle imponenti scuderie. Nel totale rinnovamento il fronte dell’edificio viene orientato a meridione e definito dalla teoria delle imponenti colonne delle scuderie. Sull’area antistante si allunga il giardino che si apre con un tracciato a parterre in bosso con cespugli di rose e bordure fiorite, scandito da aperture nel muro di cinta. La vera sorpresa del luogo è il magico, inaspettato “giardino delle ninfe”, a cui si giunge dopo aver incontrato una sorta di belvedere aperto sulla valletta “del Silenzio”, uno spazio semplice a prato, delimitato da una vecchia carpinata, punteggiato da silenziose statue dedicate alle divinità dei boschi, fino a concludersi in un ninfeo con la statua di Tritone. Il lungo muro di cinta che chiude il giardino dalla strada è coronato da 17 piccole statue di nani, memoria di antiche leggende. Alla fine del 1700 il giardino divenne un vero orto botanico grazie alla passione di Elena Garzadori Valmarana, che vi coltivò piante e fiori rari: di quel bel giardino fiorito rimane una serie di acquerelli. In questo luogo silenzioso e appartato, lo scrittore Antonio Fogazzaro vede la bella ‘Jeanne’ animare giocosi ricevimenti sotto i favolosi affreschi di Tiepolo.