Sulla collina spartiacque tra la Val d’Orcia e la Val di Chiana, circondato dalle morbide ondulazioni dei vigneti, un curatissimo giardino contemporaneo, ad un tempo rigoglioso e sostenibile, offre ambienti sempre diversi, in costante dialogo con il paesaggio circostante.
È stata una passeggiata campestre, nel 1995, a provocare l’incontro fortuito con il luogo in cui sarebbe sorto il parco: la vastità luminosa del panorama non lasciò dubbi ai futuri proprietari, che con impegno e passione hanno rimodellato il terreno, addolcendo pendenze e rialzando avvallamenti, ponendo le basi per l’armonico sviluppo del giardino. Esteso su una superficie di tre ettari, il parco è il frutto di una ricerca indirizzata a riunire in un luogo arido e con un terreno argilloso un gran numero di piante dallo scarso fabbisogno idrico. L’attenzione alla sostenibilità caratterizza l’intero complesso: tutti i manufatti presenti nel giardino sono costruiti su cisterne di raccolta, unite tra loro da un sistema di tubature sotterranee che, per caduta, redistribuiscono le acque mantenendo costanti i livelli e trovano uno sfogo finale nel piccolo lago, attorniato da piante palustri. Il progetto è opera dei padroni di casa: il paesaggista Anselmo Barlesi ha concepito il disegno generale, integrando nel parco gli olivi secolari già presenti nella proprietà, mentre alla sensibilità di Cinzia Sorlini, storica dell’arte, spetta la scelta delle essenze, dei colori e dei profumi che danno vita al giardino. Ampie distese erbose conferiscono respiro all’insieme, articolato in una piacevole varietà di ambienti: il roseto, il giardino delle piante grigie (con essenze ‘mediterranee’ provenienti dal mondo intero), il boschetto di alberi spoglianti, il giardino della biblioteca, con i suoi cespugli ben potati e i coloratissimi fiori. Una lunga aiuola di graminacee, animata dal fremito lieve delle spighe, percorre come un’onda buona parte del giardino offrendo, tra la primavera e l’autunno, una straordinaria palette di colori.