Nell’incanto scenografico dell’altopiano delle Pizzorne, spicca l’elegantissimo prospetto dell’edificio, circondato dal bellissimo parco con una importante collezione di conifere e latifoglie e con un delizioso teatro di verzura.
La villa deve la sua origine all’accorpamento di varie proprietà immobiliari acquistate dalla famiglia Diodati alla fine del XV secolo. Dopo vari passaggi, nel 1806 è ereditata da Chiara Maria Orsetti, sposata con il marchese Ferrante Cittadella, il cui nipote Enrico nel 1864 la venderà al banchiere tedesco Rodolfo Schwartze, marito di Carolina von Grabau. La trasformazione in chiave neoclassica guarda al modello della vicina villa di Marlia. Il parco si compone di più giardini realizzati in più fasi. Nel settore retrostante l’edificio principale si è conservato l’impianto più antico consistente in un giardino formale disposto su due livelli, separati da un muro di contenimento in pietra locale di Matraia e marmo bianco decorato con mosaici, intervallato da quattro fontane addossate a parete con al centro mascheroni in terracotta e in bronzo, sormontato da un’elegante balaustra. L’accesso al livello superiore avviene mediante una breve gradonata. Il giardino si articola in due grandi aiuole ovali a prato circondate da piante di limoni in vaso, con sullo sfondo una fontana circolare; lo spazio è delimitato da un’alta quinta sempreverde che cela gli accessi al “selvatico”, sottolineati dalla presenza di statue. Davanti all’edificio, dove vi erano i giardini formali terrazzati dell’impianto originario, si estende il parco all’inglese realizzato nell’Ottocento, probabilmente in due momenti successivi. Caratterizzato da un’importante collezione botanica, il parco ospita il boschetto di bambù, la Montagnola e il grande prato circolare. È spettacolare soprattutto in autunno quando due grandi faggi rossi coprono il prato di foglie dal colore acceso, mentre diverse conifere e un grande liriodendro compongono una quinta variegata. Accanto al giardino superiore si è conservato un piccolo teatro di verzura in bosso.