Un angolo d’Inghilterra nell’entroterra genovese: una villa ottocentesca in stile Tudor immersa in un parco dove radure e laghi si alternano a masse arboree nelle quali la tradizione mediterranea si sposa con la componente esotica.
Un viaggio in Inghilterra per visitare l’Esposizione Universale del 1851, accompagnato dagli amici Carlo Cusani (progettista e pittore di paesaggi) e Stefano Ludovico Pallavicino (mecenate dell’Accademia di Belle Arti), fece nascere nel marchese Orso Serra l’idea di realizzare un parco “all’inglese” come quelli che avevano visitato e apprezzato. Serra era proprietario di una tenuta agricola, appartenuta fino al 1825 alla famiglia Pinelli, che fece trasformare completamente dal Cusani. Un villone neogotico con accanto un torrione merlato sorge ai margini del giardino, che si sviluppa nella depressione dove scorre il rio Comago. La vista spazia sul Lago grande, separato in due rami da una penisoletta, nel quale nuotano placidi e maestosi cigni bianchi e neri mentre un grande salice piangente sfiora con i suoi rami le acque. Nei prati si incontrano pavoni e scoiattoli mentre ruscelli serpeggiano tra gli alberi. Da un altro lago ha origine un ruscello che scorre tra bianche rocce formando cascatelle, quasi una rustica catena d’acqua, e sbocca nei pressi della torre gotica. Alcuni edifici come la Vaccheria ricordano l’origine agricola e produttiva della tenuta. Ricchissimo è il patrimonio arboreo, che rispecchia il gusto per il collezionismo del committente che ha voluto l’inserimento di molti alberi di origine americana che, all’epoca, costituivano motivo di originalità. Rimasta di proprietà dei Serra fino al 1938, dopo varie vicende, nel 1981 il complesso è stato acquistato dai comuni di Genova, Sant’Olcese e Serra Riccò che hanno costituito il consorzio “Villa Serra”. Dal 2005 un’area perimetrale è stata dedicata ad una collezione di ortensie che crea una macchia di colore all’interno del parco.