Nel cuore dell’Alta Brianza, a pochi chilometri dal Parco Regionale di Montevecchia, Villa Sommi Picenardi svela al pubblico le meraviglie dei suoi giardini, animati da statue, fontane e piante rare.
Residenza estiva della famiglia Sala, edificata sui resti di un’antica torre d’avvistamento, inglobando edifici rurali del XIV secolo, questa villa in classico stile barocchetto lombardo fu probabilmente completata nel 1702, come compare sull’adiacente cappella dedicata ai santi Ambrogio e Galdino. Il suo giardino “all’italiana”, verso cui si aprono le ampie arcate del piano terra, si sviluppa su più livelli con una prospettiva di eleganti rampe di una doppia scalinata che plasma il fianco della collina e costituisce il “giardino segreto”, dietro la villa, con un impianto vegetale sagomato secondo forme geometriche regolari. Tale giardino è caratterizzato dalla particolare decorazione in mosaico colorato di ispirazione romana della scalinata e arricchito da ghirlande in pietra, figure mitologiche e da bronzei cavallucci marini che ornano la fontana centrale. Numerosi vasi e statue si distribuiscono simmetricamente nei diversi spazi del giardino. Quinte di carpini e siepi topiate dominano l’area che si estende a ovest della villa: il Giardino del teatro.
Nel 1880, per volere di donna Mina Sala Trotti Bentivoglio – proprietaria della dimora e dama di corte della regina Margherita – il giardino formale fu completato da un’area “all’inglese”. Coerentemente con il gusto romantico dell’Ottocento, venne creato un laghetto e si aprirono nuove prospettive verso le campagne circostanti. Nella stessa occasione vennero introdotte specie arboree esotiche, oggi di notevoli dimensioni e di particolare valore botanico. La villa e i suoi cinque ettari di spazi verdi sono ancora di proprietà dei discendenti del marchese Paolo Sommi Picenardi di Calvatone (erede di donna Mina), che ne garantiscono, con una assidua opera di gestione, la conservazione e l’apertura al pubblico.