Tutta la sconfinata curiosità botanica d’oltremanica sollecitata dallo speciale microclima del lago: un celeberrimo giardino di gusto vagamente vittoriano, con aiuole tripudianti, serre esotiche ed esemplari rarissimi ormai giunti a maturità.
Nel 1931 un’inserzione apparsa sul “Times” per la vendita di una villa – detta allora “la Crocetta” – cadde sotto lo sguardo del capitano scozzese Neil McEacharn, in viaggio sull’Orient Express; ebbe inizio così la vicenda di uno dei più importanti giardini botanici del mondo. La villa, progettata dall’architetto svizzero Augusto Guidicini per il conte Orsetti, in posizione panoramica, e il parco affacciato sul Lago Maggiore divennero oggetto di interventi operati tra il 1931 e il 1940 per realizzare un giardino botanico che si avvalesse del clima favorevole del sito. Il complesso prese il nome attuale in ragione di un antenato dell’acquirente, nominato duca di Taranto da Napoleone. I lavori nel parco furono diretti dal giardiniere Henry Cocker, intrecciando aree dal carattere differente, sia formale (con vasche, statue, terrazze), sia “all’inglese”, ottenendo circa 7 km di percorsi lungo i quali si svolgono scenografie sempre differenti dal punto di vista botanico e paesaggistico. Nel tempo la ricchezza del giardino è stata incrementata: le 8.500 specie già censite da McEacharn nel catalogo del 1963 sono oggi quasi 20.000. Tra queste: eucalipti, azalee, rododendri, magnolie, aceri, camelie, dalie, tulipani, fiori di loto, eriche, ortensie, piante tropicali rare. Neil McEacharn ha donato la villa allo Stato Italiano nel 1939, mantenendo l’usufrutto, e garantendosi la sepoltura nel mausoleo costruito nel 1965. Le zone del parco si susseguono con una grande varietà e generano – grazie anche alle fioriture stagionali – uno spettacolo continuo: dal viale d’ingresso con fitte conifere al labirinto delle dalie, dalla valletta ricca di ginestre arboree e di cascate di Cotoneaster ai giardini terrazzati con vasche, statue e aiuole di piante annuali, l’immagine più nota del parco.